Oggi, allo scoccare delle 13, con una certa dose di masochismo (700° C all'ombra), si è tenuta l'oceanica sfilata annuale dell'Eisa, la parata a suon di tamburi e molto altro, lungo Kokusai-dori, la via principale del turismo a Naha. Come ogni anno si dice che vi abbiano partecipato 10.000 figuranti, ma vorrei conoscere il pellegrino che si è mai preso la briga di contarli per davvero. In ogni caso, anche se fossero stati 9.999, erano un gran bel bel po'. E, sempre come ogni anno, il momento più elettrizzante è stato l'inizio, quando all'unisono tutti hanno pestato sui tamburi taiko seguendo la canzone più bella e famosa del genere Eisa. Roba da far accapponare la pelle e provocare erezioni assortite. Sto investigando per sapere come diavolo si chiama 'sta canzone, appena lo saprò spargerò il verbo al mondo. Per il momento vi basti sapere che è musica piuttosto maraglia, ma come tale ricca di sentimento. Il rumore/ritmo del sangue che pulsa nelle vene, o giù di lì. Dopo due ore ho abbandonato il campo di battaglia: mia madre mi ha costruito un cervello non perché lo squagliassi sotto il sole di Okinawa/sull'asfalto di Kokusai-dori. Ecco il frutto delle mie sudate fatiche, spero che vi piaccia. Ora vado a farmi una doccia fredda e a bere una granita, me le merito.
Un Giappone rilassato, con gente simpatica, camicie quasi hawaiane e coppole quasi siciliane, una buona cucina e un clima subtropicale. Spiagge e isole fantastiche, musica, lingua e cultura uniche, belle foreste e resti di antichi castelli del Regno di Ryukyu. Ricette di cucina, attualità e consigli per il viaggio (ma non prendetemi per l'ente del turismo né per l'ufficio di collocamento). Tutto ciò, e molto altro, su questo blog dedicato alla bella Okinawa. Siete benvenuti.
domenica 4 agosto 2013
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