lunedì 28 dicembre 2015

TWO (or maybe more) TAGLIATELLE for JULIUS


Yummy Bologna's style luch today at my friend Yoco's cozy home (GRAZIE mille!!!) in company of a new friend from California, Julius Walker. Together we made three eggs of handmade tagliatelle following my glorious grandma Giorgina's recipe for ragù (as we call Bologna's sauce). Plus a fresh salad with balsamic vinegar from Modena and the ancient friggione, an onions and tomatoes spead treasure of the old kitchen-ladies of Bologna. To be accompained by supermarket boring bread brought back to life thank to some good olive oil, oregano and salt from Sicilia. Last(s) but not least: a good glass of Lambrusco wine - another product of Emilia Romagna - and an espresso coffee made in a 'moka' machine. 












ALL this has been organized by Tadaku cook-at-your-home group, GRAZIE guys!! Julius left Yoco's home happy (and full), and so I'm happy too!



sabato 26 dicembre 2015

L'ABBUFFATA DI NATALE


Sono ancora vivo dopo la faticata di ieri: nutrire una quarantina di affamati e assetati non sulla via della tranquilla Damasco, ma sulla via del colesterolo. Chiuso nella cucina a soli tre fuochi del Café Warahondo (non chiedetemi il perché del nome) dalle 11 del mattino alle 9 di sera (poi fino all'una del mattino a lavare piatti) ho prodotto quanto segue con le mie manine:


YESTERDAY I was sooo busy cooking (non stop from 11 a.m. to 9 p.m.; no bathroom nor restroom) that I couldn't find the time to write the little signs, dish by dish, as I had planned. Here comes the complete list of the Pietoropappe I served:





Minestrone
Grissini e salame

Fagioli, tonno e maionese
Insalata di riso
Insalatona con aceto balsamico
Peperonata
Caponata 
Friggione 
Pane con olio d'oliva, sale di Sicilia e origano/salvia
Piadina
Tagliatelle al ragù (fatte a mano, 13 uova)
Tagliatelle ai funghi e al peperone rosso
Lasagne agli spinaci e formaggio
Riso al pomodoro e melanzane
Riso ai funghi e peperone rosso
Farfalle al pomodoro e melanzane
Bucatini all'amatriciana
Spaghetti alla carbonara
Linguine al pesto
Conchiglie al tonno in sakè e pomodoro
Fusilli al ragù
Gnocchi al gorgonzola
Melanzane alla parmigiana
Frittata di cipolle
Pollo al limone
Fegato di pollo alla veneziana
Panettone
Caffè espresso
Bevande (vino veneto bianco/rosso, acqua San Pellegrino, Orangina, tè, Spritz)
--------------------------------------------------------------------------
3500 yen (26,5 euro) per person
EXPENSIVE, isn't it?






Bello è stato bello, ma mi devo ancora ripijare. L'anno prossimo non so mica se lo rifaccio.
In ogni caso: BUON NATALE!


lunedì 27 luglio 2015

ABBIAMO MANGIATO A BULÀGNA


La mia santa nonna Giorgina, Somma Cuoca Bulagnese che mi guarda dall’alto dei cieli (ciao!), sarebbe orgogliosissima di me. Ieri è andato tutto bene al uorchsciòpp di pappe felsinee ‘Mangiamo a Bologna’, organizzato dalla prefettura di Naha presso il glorioso Tenbusu Building, dove in passato ho dato fuoco a molti fornelli (durante le divertenti abbuffate organizzate dall’amico Tatsu e dalla sua scuola Hiyamikachi).

  


  
Dopo un po’ di chiacchiere introduttive ho messo la ciurma (quasi tutte donne, un solo cavaliere) allo sgobbo. Preparare due cofane di insalata, affettare gli ‘odori’ (cipolla, sedano, carota) per il ragù e, missione principale dell’adunata, tirare 20 VENTI 20 TWENTY 20 uova di sfoglia. Divisi fra quattro tavoli, i partecipanti ci si sono messi di brutto, tutti per la prima volta. Dopo poco ho capito che un girolamo medio ha molta più forza di una donna giapponese media (a ruota ho capito perché i supermercati fatturano miliardi). 





Dopo dieci minuti tutte avevano male ai polsi, per cui ho dovuto lavorare di mattarello come una ‘sfoglina’ bolognese DOC. Questa attività ginnica mi piace assai, ma ieri è stata un filo complessa, considerando che avevo il pollice destro semirotto grazie a una caduta in bicicletta di due giorni fa (maledetto marciapiedi, mi ha catapultato di peso sul povero pollice, ma mi è andata benissimo, sono ancora vivo).

 


In parallelo, cuoceva una carriola di friggione, l’antica delizia di Bologna a base di cipolle bianche e pomodori. Le cipolle (neozelandesi, un’intera rete grande come il sacco di babbo natale) le avevo tagliate la notte precedente nella tana dell’amicone Goya-san, dove al momento sono ospite causa turbolenze familiari. Entrambi siamo riusciti a sopravvivere ai miasmi delle cipolle, vive, che respiravano e dormivano in un lettino di zucchero e sale.

Preziosissimo, ieri, l’aiuto dell’amica brasileira Miyuki-san, che ha organizzato tutta la fazenda nei minimi dettagli – ha pure stampato un menù dettagliatissimo, brava! -, coadiuvata da due gentilcolleghe delle prefettura. OBRIGADO, Miyuki! La cosa è stata parecchio internazionala: si è parlato portoghese, inglese, giapponese e addirittura una lingua dialettale in fase di estinzione, l’italiano.



 

Alla fine mangiatona collettiva, un eloquente silenzio è calato nella sala e il pueblo ha masticato a quattro palmenti. Poi, nella migliore tradizione nipponica, abbiamo ripulito la sala come fosse nuova e salutato tanto tanto. Su Fèssbokk ho visto qualche cenetta domestica, allestita per i mariti di competenza, a base di avanzi. Amo i Paesi in cui non si butta nulla.



Minna-san, どうもありがとうございます!!!


lunedì 20 luglio 2015

ADDIO, NOUREN!


Il mercato Nouren, poco oltre l’ano della galleria commerciale Heiwa-dōri, è (era) uno dei luoghi che più amo (amavo) di Naha. Non perché avessi la forza di tirarmi su dal letto all’alba e andarvi a comprare frutta e verdura a prezzi imbattibili. Ma perché ne ho sempre apprezzato le sue pulci, i gatti randagi, le vecchiette, l’atmosfera sonnacchiosa. Era uno dei luoghi in cui spesso accompagnavo Mario Testosterone, il mio amico erotomane brasilmessicano dei primi tempi a Okinawa, che ci andava quasi ogni giorno a comprare tonno fresco o riso (o a cercare fica, non ricordo). Le nonnine vi passa(va)no ore a spulciare i germogli di soia. Struttura de/cadente, ma in piedi da sessant’anni. In pratica un’istituzione della città.
  

Era nell’aria da tempo, l’abbattimento del mercato. In questi mesi ho sentito tutte le stronzate del repertorio. “È pericoloso. Se viene il terremoto…” Grazie alla cippa. Se viene il terremoto e sei sul bidè non è pericoloso. Il mercato ha (aveva) un tetto bassissimo, tutto lamiere e assi di legno, che cosa vuoi che siano in testa. “È sporco”. E pulitelo, eccheccazzo. In realtà, come sempre, dietro all’opera di ‘pulizia e modernità’ ci sono gli squali delle compagnie di costruzione, i malavitosi del mattone, le voraci agenzie immobiliari. Il progetto, a partire dalle ruspe che in agosto lo abbatteranno: incastonare i negozianti in una nuova struttura grande la metà di quella attuale (l’ennesimo innalzamento di piani), e nella metà restante il milionesimo e lucroso parcheggio; oppure il milionesimo condominietto dello stracazzo. Atmosfera: oggi, fino ad agosto: MILLE; da agosto in poi, ci scommetto: sottozero.

 

WONDERFUL party, yesterday, to say goodbye to Nouren Market, an institution of Naha for 60 years that will be put down in August for somebody’s busine$$. It was one of the first places where I used to hang out when I came to Okinawa over four years ago, terribly rich of atmosphere, even if I never woke up early enough to come and buy fruits and vegetables there. Somebody will give a new place to the old sellers, but I guess no place to stray cats. Half of the area will be converted into another parking lot/condo and I'm pretty sure that the atmosphere of the new market will be around zero. But who are we to stop the business of constructions? The big money may bring comfort and kill some bugs, but also the history and the soul of places like that. What a pity.
Anyway, today we enjoyed a memorable party.
Long life to Nouren!!!

 

  


Ieri, per dargli il giusto addio, la comunità ggiovane, freak-chic di Naha e di Okinawa, ha organizzato una bellissima festa-mercato fra le colonne che tra qualche giorno saranno polvere da ruspe. Bravi musicisti e performer, una quantità/qualità dolorosa di fica, cibi elaborati ma non fighetti, bella gente e pure un gruppo indigeno di Eisa che ha dato l’estremo saluto al mercato alla sua maniera, tenendo in equilibrio i mega-pali che di solito animano le feste tradizionali di Okinawa.


 

Musica coolissima, danze con polsi roteanti, danze di ventri burrosi terribilmente arrapanti, danze con spade non da vene, tamburi taiko, sanshin a go-go, MOLTA birra Orion e alcol sotto tutte le sue forme irreligiose. C’era pure una sciroccata prima vestita da danzatrice gitana, poi da adepta dei Bambini di Satana. In entrambe le situèscion ha dimenato assai il piercing ombelicale, ma la sua espressività facciazzale era pari a quella di un copertone di camion usato.


 



Alla mummia dark si è alternata anche musica molto bella, come il gruppo che ha concluso la baraonda. Bravissimi e, per inciso, la cantantessa/sbattitrice di bacchette sui tamburi era anche una Signorissima gnocca.

 





A fine festa tutto è stato sbaraccato in quattro e quattr'otto, come si fa da queste parti. Poi tutti sono andati a casa, non senza versare qualche catino di lacrime.

Nouren, mi mancherai. Palazzinari: ora e sempre, vaffanculo.