venerdì 26 giugno 2015

OKINWA6!


Here we go! Yesterday we (me, Ryuhei, Porco & Satoka) worked as slaves, but we did it. From 5 p.m. to midnight we displayed 36 photos of 'Okinawa6!' through 16 places of Sakaemachi: restaurants, bars, izakaya, karaoke, shops. Muchissimas gracias to Argentinian restaurant Sudaka's owner, who helped us very much. And, mochirrrron, どうもありがとうございます to all the nice Sakaemachi's activities owners that accepted our photos in their places. We struggled with tapes and pins, some photos keep falling to the floor, but... we did our best. 















This Saturday 27th June, at the same time of the first Sakaemachi matsuri of this year, the spread-out-exhibition will be officialy open. It will last till the next matsuri, on Saturday 25th July. And so... here comes the GAME/CONTEST! The ones of you that will guess exactly where (name of the place) the photos (how many per place) are displayed will win a SECRET PRICE! No gold, as we are binbo (poor,in Japanese), but... you'll see. Please come to Sakaemachi throughout July and, if you're not too shy, try. Some shops tokidoki may be closeD, but... GOOD LUCK!

lunedì 22 giugno 2015

MATSURI LATINO 2, UN SACCO DI TUTTO


Sono sopravvissuto alle fatiche (promozione, spostamento mobili peggio di un facchino, cucinare come una mensa scolastica, ri/pulire mezzo grattacielo, guardare e non toccare troppissima gnocca) della seconda edizione del Matsuri Latinouna festicciola che vorrebbe rinsaldare i legami tra Vecchio Continente e America Latina in terra okinawense. Sempre per la scuola JICE/IRESCO, stavolta con la preziosa collaborazione dell’amica argentina Maria Juana Soledad.







Minna-san, ARIGATISSIMO for coming today (over 200 people!) to the second edition of the Matsuri Latino! It has been great fun, even if I've been superbusy at my food table (2,5 kilos of pasta, no leftovers...) and couldn't take many photos. This year we had great food from six countries. THANKS to all the 'old' and new friends and THANKS to all the nice people that performed and cooked! The flea market for Nepal could raise some $ and we're happy about that. A special GRAZIE to Maria Soledad + Sesoko-sensei for organizing the whole thing, to Tatsu-Mabuya-sama for the superhelp and to Goya-san and Tomomi-san for baking and selling neko-cookies for charity! Here are few photos that I took, I hope you'll enjoy them. Next year? Let's do it again!


Sei i Paesi presenti. Sulla vecchia sponda: Italia e Spagna, quest’ultima rappresentata da quattro barcellonesi (CA-TA-LA-NI, lo so!) che hanno fatto paellas grandi come dischi volanti. Ho cercato portoghesi e francesi, ma i primi da queste parti sono inesistenti, i secondi, indovinate un po’, se la tirano e non vanno a queste feste da terroni. Sulla sponda latinoamericana: Messico, Brasiu, Perù e Argentina. Tutte le pappe sono state spazzolate dal pueblo, ma come troppo spesso accade alle ‘feste’ giapponesi, poco alcol nelle vene. Se guidi ubriaco qui i tuoi eredi finiscono di pagarti la multa dopo tre generazioni. Nessun problema, gli avanzi di Aperol, Chianti e Limoncello mi guardano in dolce attesa dal mobile in cucina.


Particolarità di questa edizione? Si è giocato alla Loteria messicana, una specie di tombola mooolto figa. E abbiamo organizzato un mercatino delle pulci di beneficenza per il Nepal terremotato. Sono state raccolte donazioni che andranno a Medici senza Frontiere e ne siamo felici. Goya-san, inoltre, ha fatto dei bellissimi biscottini a forma di micio che sono andati a ruba. Sono stati tutti venduti al tavolo per la raccolta di fondi per i poveri gatti randagi di Okinawa, gestito egregiamente dall’amica Tomomi.







Goya-san ha pure performato (vi sento bestemmiare, l’ho fatto apposta, performare mi fa incazzare quasi quanto sinergie) pizzette e biscotti ‘alla brutto Dio’ – Goya era bravino durante la scuola dell’obbligo e usa ancora le maiuscole per certe entità minori -, anche questi sold out. Non vi dico la ricetta dei suoi biscotti perché top secretissima. Io, nel mio piccolo, ho performato DUE CHILI E MEZZO di pasta. Metà alla pummarola e basilico, metà al ragù bulagnese con aggiunta di funghi. Tutto spazzolé. Grande successo ha avuto l’espresso fatto con una moka XL da sei tazzine. Una gentildonna mi ha chiesto di diluirlo con l’acqua, in quanto troppo forte (l’influsso americano, goddamn, a Oki si sente).






La festa di ieri è stata un successone, soprattutto se comparata a quella dell’anno passato. Sono venute oltre duecento persone e la qualità delle pappe è stata superiore. Inoltre, come sempre, si è dimostrata un’ottima occasione per conoscere ggente e rivedere amici un po’ persi per strada. Qualcuno, nel frattempo, ha pure figliato.


Sul versante degli spettacoli è stata un’orgetta di spagnolo e portoghese, dai balli tradizionali messicani a machetate fino alle sculettate evergreen brasileiras che hanno fatto ammutolire gli uomini veri. L’Italia, non avendo grosse tamurriate da offrire (noi quattro girolami non andavamo sotto Roma e in ogni caso eravamo tutti poco portati per le danze da sala), IN TEORIA doveva offrire uno show di pasta fresca tirata a mano secondo l’antica scuola bolognese. Da un lato, però, la calca della gente affamata che chiedeva cose da deglutire, dall’altro un eccesso di fica per gli occhietti degli uomini sensibili, hanno fatto sì che la perfòrmans sia stata rinviata a data da stabilire.







In attesa del Matsuri Latino III (ma sto già pensando a un festival europeo…), ecco un po’ di foto di ieri. Grazie agli amici ai quali, via Fèssbokk, le ho fottute. Ero impegnato a spacciare cibi, mica potevo giocare tanto al fotografo, no?



venerdì 19 giugno 2015

GOSSSH SAVE THE DUCK!


E, se possibile, se il prossimo anno sarò ancora da queste parti, mi faccia svegliare prima. Così da non arrivare all’Haarii di Itoman un minuto prima della fine dell’’afferra-il-papero-per-il-collo’. Noi italiani, con il palio azzoppa-cavalli, non siamo certo in una buona posizione per dire al resto del mondo che cosa fare dei propri animali non da presepio. Però, eccheccazzo, perché usare i paperi veri per ‘sti giochi? Non si possono usare quelli di plastica, tipo quelli che adoperavo da bimbo nella piscinetta dei Giardini Margherita a Bulàgna prima che il governo ladro tagliasse sulla bolletta dell’acqua e la prosciugasse?














  

Insomma, lo avete capito. Noi fotografi, o pseudo tali, non smettiamo mai di imparare. Il prossimo anno, inoltre, sempre se sarò ancora vivo e a rantolare a questa latitudine, muoverò pure il culetto per raggiungere – al momento giusto, non dopo – la parte della banchina del porto in corrispondenza del momento topico in cui i rematori fanno un giretto a 360° sotto l’acqua, poi a secchiate svuotano la canoa al volo e riprendono la gara.





Per il resto direi basta fioretti per l’anno prossimo. Per questo sono contento delle foto fatte e, ancora una volta, di essere sopravvissuto a (1) caldo zozzo (2) automobilisti poco rispettosi delle mie esigenze ciclistiche. Ah, dimenticavo. Se possibile, l’anno prossimo cercherò di ricordarmi di evitare di mettere una lattina di Coca-Cola aperta dentro la sacca con le macchine fotografiche, visto che purtroppo la Santa Nikon non ha ancora deciso di regalarmele.

Inoltre, se mi permettete di tornare sui miei passi, direi che il prossimo anno FORSE il mio nihongese sarà migliorato di un uno per mille, così FORSE potrò avventurarmi in qualche proto-dialogo con le gentili persone che mi offrono birre, vedendomi sudato come un gaijin in dirittura d’arrivo. In tale circostanza magari saprò trovare qualche scusa migliore del ‘adesso non posso, arigatou gozaimasu, devo lavorare’ per schivare l’offerta di alghe. Magari magari, se sarò diventato davvero bravo (più indigeno), riuscirò pure a mangiarle senza rimettere l’anima/paragonarle alle tagliatelle di nonna Giorgina.

 

Per concludere: in questa sede vorrei ringraziare i costruttori della palazzina che domina il porto di Itoman e i suoi gentili abitanti che oggi, vedendo un gaijino sudatissimo sul balcone all’ultimo piano, non hanno chiamato la pulizia e lo hanno lasciato fare il suo paparazzo dovere.









Today I went to Itoman to photograph the Haarii for the second time. Finally I could see the catch-the-duck and the turn-the canoe moments. Gosssh, I guess, made ducks to fly & float happily in this world, but in Itoman, in the name of Culture and Tradition (Spanish people have corrida, Italians palio, etc.) the poor ducks are toys. I don't want to know what happens to them after being caught. However, as usually I loved the situation. Laid back Itoman, in its easy-goingness, for me is supercool. I like its provincial fashion, his semplicity. A gentleman offered me biru and seaweeds, I declined saying that I was working (just an excuse to skip the seaweeds; but the biru, damn...). I was happy, near the end, to find a good position on the top of a condo to do some paparazzi job, protected from the crazy heat. I hope you can enjoy my photos.


The Italian team (maybe)