Più o meno un anno fa, a Onna, è iniziata l’avventura commerciale e di vita di Eugenio Bettiol, mio idolo personale, piemontese con molto curriculum in Liguria - ma anche a Tokyo e a Yokohama -, ha tirato su con le proprie manine (e con quelle della bravissima moglie Eriko) un ristorantino italiano come solo riesco a concepire. Atmosfera da trattoria accogliente, zero fighetterie, pappe veracissime (pasta regionale fatta a mano, porchetta e altre mille delizie scodellate dal proprietario; fa persino un buon ragù, se ve lo dice un bolognese…) e, cosa che non guasta, sorrisi stampati in faccia. Gentilezza. Avete presente queste due ultime merci, ormai in via di estinzione? Ecco, da Mamma Lella – questo il nome del locale, dedicato alla mamma che fu di Eugenio-san -, si trova questo e molto di più.
Da quando ho scoperto il locale, io traumatizzato da anni di proto-ristoranti italioti apparentemente messi su a Okinawa per massacrare la nostra cucina e la nostra lingua, appena qualcuno autodotato mi dà un passaggio vado a investire i miei risparmi da Eugenio. Mi piacerebbe avere più amici autodotati e sfaccendati, per non parlare dei risparmi. Il locale, in un solo anno e qualche giorno di vita, ha giustamente avuto un successo strepitoso. Ogni volta che ci vado vedo Eugenio, tra una padella e l’altra, prendere a frustate clienti che alla porta scalpitano per entrare a locale già straboccante. Temo che a breve dovrà assoldare un buttafuori. Poteri della cucina autentica e della passione messa nel fare le cose.
http://www.mammalellaok.com/
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