Per buona parte del mio primo mezzo secolo di vita ho praticato con sommo piacere sport/attività fisica (basket, karate, frescobol la mia Trimurti), poi un giorno ho visto “Il Divo” di Sorrentino e sono stato folgorato dalla battutaccia del mitico Andreotti, in risposta a qualcuno che si preoccupava per la sua pessima forma fisica:
“I miei amici che
facevano sport sono tutti morti”…
Dopo mezz’ora di
risate, temo di aver fatto mio il concetto del gobbo democristiano, anche
perché poi ho comprato un motorino e ho così azzerato ogni possibilità di
muovere un dito se non per lo stretto necessario.
L’età e i chili sono
aumentati, il pallone da basket e il karategi e le racchette da frescobol sono
in letargo nel mio guardaroba minimalista.
Circa un mese fa, però,
lo sport si è ripresentato, in maniera del tutto inattesa, alla mia porta di
Okinawa. Sotto forma di una ‘nuova’ italiana qui trasferitasi, una rarità nella
già striminzita pseudo-comunità girolama.
Ho così conosciuto la
simpatica Veronica, pure Schiavon all’anagrafe. Ne ignoravo l’esistenza e la
carriera scintillante nel rugby femminile per un glorioso periodo.
Mi sono informato.
Ho investigato.
Ho scoperto un mondo
che ignoravo. E l’ho scoperto con piacere.
In questi ultimi anni
sono stato contattato da diversi fratelli d’Italia in fuga dal Bel Paese e ho
imparato, non senza cicatrici, a schivarli. È stato molto piacevole venire
contattato da una persona, una volta tanto, per bene. Indipendente, che non mi
ha preso per il consolato d’Italia. Nippo-dotatissima (Veronica ha Ca’ Foscari
alle spalle), con un passato a Yokohama, con un presente-futuro a Okinawa.
La sua Missione - oltre
a quella comune, fra noi mortali, di lavorare per campare -: mettere in piedi
una Signora Squadra di rugby femminile in salsa okinawense.
La squadra, in realtà,
esiste già e si chiama Ryukyu Island
Girls Rugby Football Club, questa la loro pagina FB: https://www.facebook.com/rigrfc/
Veronica e il suo
gruppo di solito si allenano il mercoledì e la domenica e sono alla ricerca di ulteriori
partecipanti, non necessariamente indigene. Anche se gaijine sono benvenute,
purché motivate e insensibili all’orribile calore estivo di qua.
Italiane, che cosa
aspettate a portare il Tricolore?
Qui di seguito un po’
di link alle pagine di Veronica, incluso un video da YouTube fresco di
regista.
https://blog.rugby.it/?p=11967&fbclid=IwAR1U9LXEHhR4gwuPcEqrnOg6UNBa-o9gPNgwTM5glcsx6l-wj8YqVgas2ps
In bocchissima al lupo,
Beronika-san, Okinawa ha sempre più bisogno di persone come te!
(spero di non aver
scritto troppe cazzate e di non beccarmi un placcaggio dei tuoi al prossimo
caffè che berremo assieme, ho già la schiena a pezzi per eccesso di
computer/motorino).
Nessun commento:
Posta un commento