Sì, lo so anch'io, nome complicato per un evento. Secondo il parto del nostro team, abbiamo voluto concentrare una serie di concetti filosofici: il gusto per la musica d'autore, da toccare, graffiare, eventualmente leccare. Sotto il costante attacco di attacchi di Parkinson mentre si mette la testina sul disco e dei gatti domestici che amano passeggiare su qualunque cosa attiri in quel momento la nostra attenzione.
VIVA I DISCHI!
ABBASSO IL MONDO DIGITALE!
Noi anziani viviamo così, non vogliamo capire il nuovo che avanza.
Il titolo include anche il concetto di "loca" (matta) - da Vida Loca, il locale di Naha tendente al messicano che ha ospitato il tutto - e quello di "matsuri" (festival) - perché nelle nostre intenzioni l'evento non voleva essere un semplice mercatino di dischi usati, ma anche un momento di festa, di musica, di incontrare ggente, di fare cose. E così è stato. Due giorni molto divertenti durante i quali vecchi e nuovi amici hanno fatto la loro parte affinché la ciambella venisse con il buco.
DJ fantastici, mentre io giocavo al mercante. In buona parte hanno usato la mia preziosa collezione di 7", alcuni di valore commerciale da non buttare (diversi dischi promozionali, etichetta bianca per feticisti del settore). Non sono certo di ospitare la mia collezione di dischi nella tomba, anche perché se lo volessi dovrei (1) fare i soldi seri e costruirmi un mausoleo per ospitarli tutti, (2) poi qualcuno verrebbe a scassinarlo e dunque credo che a testamento li lascerò a qualche gruppo guerrigliero che lotta per la difesa dell'ambiente (poi loro li spacceranno al miglior offerente). Fino ad allora i dischi li ascolto, perché se ricordo bene la cioccolata è fatta per essere mangiata.
Due giorni di burritos, almeno sei lingue diverse per comunicare, un gran movimento di etichette, pennarelli, scatoloni. Giesù, quanti scatoloni. Non so come faccio ad avere la schiena attaccata alle gambe. Anzi, lo so, lo devo a Veronica, che ieri mi ha aiutato, dopo una sfida a Braccio di Ferro, a trasportare incudini e tonnellate di piombo (i dischi, mannaggia, sono bellissimi ma PESANO) su per i gradini del deposito in cui li custodisco. Se non ci fosse stata Lei forse avrei dovuto spendere tutto quello che ho guadagnato in Voltaren.
Tra i DJ devo assolutamente nominare Dave, americano alto il doppio di me, assolutamente pazzo per l'Italo Disco, genere che credevo che piacesse solo a noi paninari. E invece, così mi ha spiegato, passando per la Detroit Industrial Music (o qualcosa di simile), attraverso Giorgio Moroder, il genere paninaro è arrivato anche dall'altra parte del mondo. Dave si è presentato con un valigino da orefice e ne ha estratto perle incommensurabili. In gran parte a me ignote, che all'epoca mi facevo anche di cotanta musica. In una vita più mariuola, dopo l'evento, lo avrei assalito in un vicolo buio per scippargli il valigino. Ma a cinquantasei anni suonati mi sono imborghesito e non faccio più certe cose da tossici.
Purtroppo la sua esibizione è avvenuta in un momento morto, poco prima che arrivassero gli amici italiani (solo quelli buoni, per fortuna), probabilmente gli unici in grado di apprezzare cotanta bellezza. Sto pensando di organizzare un'altra orgetta simile ma per solo-italiani-buoni + Dave in futuro, io ci tengo a spargere cultura. Un altro momento topico, sabato, è stato l'ingresso di Gino Sensei, mio conterraneo felsineo. Lo abbiamo accolto con un classico di Dino Sarti, "Bologna Campione", di cui ho imposto il canto a squarciagola a tutti gli intervenuti, messicani inclusi.
A fine festa sono riuscito a spacciare in tutto 123 dischi, cosa che non mi ha fatto ricco ma leggero: il magazzino mi stava esplodendo. Da quando la peste cinese ha cominciato a circolare ho dovuto reinventarmi, e così ho partorito la Nipporecords, che secondo mia moglie sa un po' troppo di nipple (capezzolo), ma lei è nipponese e io girolamo, dunque non è in grado di cogliere l'italianità in tale marchio.
https://nipporecords.blogspot.com/
I proprietari di Vida Loca, a fine baraonda, si sono dimostrati entusiasti dell'avventura, dunque mi hanno chiesto il bis. Forse faremo eventi analoghi ogni tre mesi, a cadenza stagionale, peste e amici diggei permettendo. Anche a me piacerebbe cincischiare nella postazione da DJ, ma in asilo ho imparato che o uno spaccia dischi o li suona, la cosa in contemporanea non funziona granché.
A breve, quindi, spero di imbastire un secondo giro. D'altronde non è colpa mia se continuo a trovare, qua e là, tonnellate di dischi fichissimi. Il mausoleo non l'ho ancora costruito, qualcuno dovrò pur venderlo, no?
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