giovedì 17 ottobre 2013

I TUNNEL DELLA MORTE



Stamattina, approfittando di una delle ultime belle giornate di fine estate (sì, a Okinawa si gira ancora in maglietta e braghini) e di una delle mie ultime ore d’aria prima di iniziare il lavoro alla scuola elementare, ho inforcato la fedele bici e mi sono spinto fino a un’altura di Tomishiro. Lì ci sono i former Japanese Navy Underground Headquarters, cioè i tunnel dell’ex quartiere generale della Marina giapponese, uno degli ultimi baluardi a cadere durante l’invasione americana.
  









Il posto è stato visibilmente ricostruito dopo la guerra, ripulito e tirato con il righello per i visitatori. In ogni caso è piuttosto impressionante. I tunnel si snodano per trecento metri, seguendo un percorso più o meno circolare. Bene illuminati, hanno il pavimento qua e là bagnato. L’acqua filtra attraverso le pareti rocciose, soprattutto in corrispondenza di quella che era la sala per il generatore.

 

Tra le chicche del luogo i disegni che rappresentano scene ipotetiche di vita militare sotterranea, dagli scavi alla sala infermeria, dalle riunioni degli ufficiali al trasporto dei feriti.


 






Impressionante la sala in cui si sarebbero suicidati svariati ufficiali facendo esplodere una granata: i fori sulle pareti ne sono la cicatrice che ricorda la scelta estrema.


Qualcuno, nell’infermeria, dove molti trovarono la morte, ha voluto commemorare i caduti con la statuetta di un militare giapponese, ai piedi del quale è deposta una moneta da dieci yen. Sembrano un’offerta ‘personale’, lasciata da qualche visitatore, più che una ricostruzione fatta dal memoriale.


 

Qua e là mappe e foto d’epoca che illustrano le tappe dell’invasione e del tentativo di difesa, fino alla scelta di suicidarsi piuttosto di essere fatti prigionieri.

 

Al piano d’ingresso, nei pressi della biglietteria (420 yen, tutti i giorni dalle 8,30 alle 17), c’è un piccolo museo piuttosto interessante. Vi sono conservati reperti – oggetti personali dei soldati, uniformi, strumenti di scavo, maschere antigas -, foto d’epoca e grafici inquietanti che riportano le cifre della Battaglia di Okinawa: 200.656 morti, di cui 188.136 giapponesi (di cui 37.139 nativi di Okinawa e non combattenti) e 12.520 americani. Numero di bombe usate dagli americani durante l’invasione: 2.716.691, cioè 4,72 bombe per ogni abitante di Okinawa dell’epoca. Last but not least: i resti di circa 2400 cadaveri, trovati nei tunnel a fine conflitto.









 



All’esterno dei tunnel un monumento ricorda il viceammiraglio Minoru Ota, comandante del quartier generale che, assieme ai suoi ufficiali, si suicidò nei tunnel il 13 giugno 1945, dopo che la resa agli americani era rimasta l’unica opzione possibile.



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