Ieri, 23 giugno, nel Sud dell'isola maggiore dell’arcipelago, si sono commemorate le migliaia di persone morte - in gran parte suicidatesi - in occasione dell’invasione degli americani durante la Seconda guerra mondiale. Le varie cerimonie sono state davvero toccanti e si sono svolte in più punti attorno alla città di Itoman. La più importante e ‘ufficiale’ (vi ha parlato il primo ministro, tra una folla di uomini della sicurezza), si è tenuta al Peace Memorial. Dalle scogliere alla base del Memoriale, saputo dell’arrivo delle truppe americane, nel 1945 molte persone si immolarono gettandosi sulle rocce della costa. Tra i civili in fuga si sparse la voce che gli americani li avrebbero uccisi e stuprati, dunque molti di essi preferirono trovare la morte con le proprie mani. Ogni anno vengono scoperte le ossa di qualche sventurato: quelle di oltre sessanta persone solo nell’ultimo anno. Durante un mezzogiorno di fuoco – la temperatura era buona per la frittura -, ieri si è osservato un minuto di silenzio. Nel cimitero del memoriale moltissime persone hanno reso omaggio ai defunti, in puro Shimi-style (http://unitalianoaokinawa.blogspot.jp/2013/03/il-ritorno-al-ventre.html), depositando fiori e un’infinità di ‘beni di conforto’ (cibi, incensi, bevande, sigarette) per le anime dei defunti. Alla cerimonia sono confluiti un po’ tutti, dai nazionalisti per i quali la guerra è stata una cosa santa ai bonzi scintoisti, dagli antiamericanisti convinti (chi vuole i soldati a stelle e strisce fuori da Okinawa) a qualche rambo locale filoamericano. Durante la cerimonia c’era perfino una rappresentanza di soldati gringhi in divisa.
MACCHINA AUTOMATICA PER CERCARE IL NOME DELLA PERSONA SEPOLTA AL CIMITERO DEL PEACE MEMORIAL
AUTOMATIC MACHINE TO FIND THE NAME OF THE DECEASED PERSON AT THE PEACE MEMORIAL'S CEMETERY
Yesterday, June 23rd, in the Southern part
of the major island of Okinawa’s archipelago, several ceremonies have been held
to commemorate the thousands of people that died - mostly killing themselves -
during the invasion of Americans troops in WW2. The ceremonies, mostly around
Itoman, have been really touching. The most important and ‘official’ one –
Prime Minister Abe spoke, surrounded by a multitude of security men -, has been
held at the Peace Memorial. In 1945, from the cliffs at the bottom of the
Memorial, known about the American troops arrival, many people committed
suicide jumping on the rocks. Between the civilians on run, spread out the
voice of the Americans killing or raping them, so many decided to find the
death with their own hands. Every year ‘new’ bones are found: skeletons of over
sixty people only during the last year. Yesterday, at a burning noon – the temperature
was good for frying -, a minute of silence have been observed. In the Memorial
cemetery many people paid their homage to the dead, in pure Shimi-style (http://unitalianoaokinawa.blogspot.jp/2013/03/il-ritorno-al-ventre.html), leaving flowers and a lot of other ‘comfort’
gifts for the souls of the dead (food, incense, drinks, cigarettes). Almost every
kind of person participated to the ceremony, from local nationalists that until
today consider war a cool thing to Shinto monks, from anti-Americans (that want
U.S. troops out of Okinawa) to some local Rambo that loves Americans. At the
ceremony there was even some gringo soldier in uniform…
Una seconda cerimonia si è tenuta presso Himeyuri, una località tristemente nota per l’eccidio delle studentesse che furono obbligate a servire da infermiere ai soldati giapponesi durante lo sbarco americano. Professori e studentesse, asserragliatisi in cave-ospedale sotterranee, vi trovarono la morte. Il memoriale locale ricorda tutte le persone che vi morirono, anche con l’aiuto di video in cui i pochi superstiti parlano dell’eccidio.
A second ceremony has been
held at Himeyuri, a place sadly famous for the massacre of young student girls
obliged to serve as nurses for the Japanese injured soldiers during the
American troops invasion. Teachers and students, hidden in underground caves-hospitals,
died there. The local Memorial remembers all the people that died there, also
with some recorded interviews to the few survivors.
Un’altra cerimonia che ha visto una folta partecipazione si è tenuta presso il tumulo di Konpaku, nella zona di Mabuni. Lì c’è una tomba comune delle vittime che, all’arrivo degli americani, si trovarono circondate: truppe nemiche da un lato, mare dall’altro, bombe dal cielo. Ieri il tumulo è stato letteralmente ricoperto di offerte per i morti: interi pasti, scatole bento, sushi, frutta, sakè, dolcetti, caramelle, fiori, origami – molti con simboli cristiani -, sata andagi (frittelle tradizionali di Okinawa), mochi, lecca-lecca, tè, sigarette, incensi, monete, tempura, onigiri e molto, molto altro.Alternate da qualche intermezzo musicale, diverse persone hanno parlato: da chi si batte contro la costruzione di eliporti nella foresta di Yambaru (http://unitalianoaokinawa.blogspot.jp/2013/02/la-questione-americana.html) a chi da oltre dieci anni cerca di impedire la distruzione dell’ecosistema della baia di Henoko (anch’essa fagocitata da una base americana), da chi lotta per il mantenimento dell’articolo 9 della Costituzione giapponese (che impedisce il ricorso alle armi; il primo ministro Abe, nonostante le chiacchiere ufficiali a commemorazioni come questa, sta cercando di abolirlo e di riportare il Giappone alle armi) a chi ha semplicemente ricordato le vittime. Una giornata intensa e toccante, quella di ieri, a Okinawa.
Another ceremony that saw
many participants has been held at the Konpaku sepolture, in the Mabuni area.
There’s a common grave of the victims that, at the arrival of the American
troops, found themselves surrounded: enemy soldiers on one side, the sea on the
other one, bombs dropping from the sky. Yesterday the sepolture has been completely
covered with every kind of offering to the dead: full meals, bento boxes,
sushi, fruit, sake, sweets, candies, flowers, origami – many of them with Christian symbols -, sata andagi (Okinawan traditional fried sweets), mocha, lollipops, tea, incense, coins, tempura,
onigiri and much, much more. Between a music show and another, several
people spoke: from who is fighting against the building of new heliports in
Yambaru forest (http://unitalianoaokinawa.blogspot.jp/2013/02/la-questione-americana.html) to who is trying –
since more than ten years – to avoid the destruction of the precious
environment of Henoko Bay (another one swallowed by and American base); from who
wants to maintain the Article 9 of the Japanese Constitution (against the use
of weapons; Prime Minister Abe, even if giving speeches at ceremonies like
yesterday’s one, is trying to cancel that article and bring back Japan to use
weapons) to who simply remembered the victims. An intense and touching day,
yesterday, in Okinawa.
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