Del supermercato
Kanehide, la mia bombola di ossigeno, vi ho già parlato (http://unitalianoaokinawa.blogspot.jp/2013/03/cronache-quasi-quotidiane.html), ma stasera questa santa istituzione
ha superato se stessa. Oggi mi era parso di avere già dato abbastanza, dopo l’orgia
dei 10.000 Eisa, ed ero finito al supermercato sotto casa solo per vedere se
qualche vecchia mi aveva già fottuto la rucola o se avevo ancora qualche
speranza. Mentre entravo al supermercato assieme a mia moglie è giunta della
musica dal tetto-parcheggio dell’edificio. Festa! Già l’anno scorso ne avevamo
vista una, ma eravamo arrivati quando era agli sgoccioli. Stasera siamo
arrivati quando stava per iniziare, evvai. I bento di yakisoba e onigiri erano ancora vergini, e così i
bicchieri con gli spiedini di ciccia. Tutto a prezzi popolari, birra Orion a
100 yen, quando il supermercato stesso la vende a 120.
Lo spettacolo è
iniziato con un po’ di ginnastica-stretching molto Nippon-style, ed è seguito da danze tradizionali di Okinawa. Poi
una sfilza di scuole di Hula,
intervallate dal grande Yonekura Kazumasa, un cantantone dalla voce possente
che si è esibito in quattro-cinque pezzi da samurai ubriaco. Sarà che le
lattine di Orion hanno fatto effetto, ma mi sono infervorato di brutto e a fine
esibizione sono corso a comprare (unico fra i presenti) il suo CD, facendogli
un sacco di complimenti. Mi ha pure regalato una sua foto autografata e DUE ventagli con la sua immagine. Come
lì attorno si è sparsa la voce che ero itariano
un padre di famiglia amico di YK si è buttato con un doppio carpiato in una canzunciella napuletana
a tutta ugola, con somma gioia del vicinato.
Anche Satoko, la mia
signora, si è infuocata con l’Hula, di cui è quasi una maestra. Altro giro di
birre e spiedini, altro giro di danze soporifere tradizionali di Okinawa. Il
tutto si è concluso con un po’ di fuochi di artificio per i piani bassi
(girandole e simili) per i bambini e dai dovuti ringraziamenti. La
presentatrice è stata bravissima: quando una delle maestre di Hula si è
presentata con il cane ma senza il CD di musica per accompagnare il gruppo di
ballo le ha tenuto la bestiola al guinzaglio con una mano e con l’altra il
microfono, mentre riempiva il vuoto musicale con le chiacchiere. Uno
schitarratore locale ha improvvisato due note per tenere su il pubblico. Tutto
è stato stupendamente casereccio: il fotografo ufficiale aveva una compattina
tascabile e l’arena era composta da teli di plastica stesi per terra. Se
Fellini fosse stato lì ne avrebbe fatto almeno un film. Io, nel mio piccolo, mi
sono limitato a divertirmi moltissimo.
P.S.1: a baraonda finita ho fatto la spesa e, come tutti i santi giorni, le vecchie del quartiere mi avevano già rastrellato tutta la rucola.
P.S.2: arrivato a casa ho scoperto il pacco. Il CD di Yonekura Kazumasa, 1200 yen, contiene solo quattro canzoni, di cui due prive di voce (solo chitarrini e violini). La prima, però, vale la spesa, su un foglio allegato ci sono pure le note stampate e il testo (in Kanji; tra un paio di secoli, se continuo così con lo studio del giapponese, forse sarò in grado di capirli).
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