Ieri sera, al Centro di
Convenzioni di Ginowan, si è tenuto il tanto atteso incontro con Oliver Stone (‘Oribee Sutoon’, secondo la pronuncia
giapponese), al termine del suo viaggio attraverso alcuni luoghi simbolici del
Giappone: Hiroshima e Nagasaki – in occasione delle commemorazioni delle
vittime delle bombe atomiche -, Okinawa e Tokyo. È stato un momento più unico
che raro, anche perché ho vinto ben due biglietti d’ingresso dopo aver
partecipato a una lotteria on-line indetta dal giornale Japan Update (http://www.japanupdate.com/,
GRAZIE!). L'ultima volta che avevo fatto un'ora di fila per vedere Qualcuno era stata anni fa, a New York, dove avevo sudato l'anima per stringere la mano a Jack Bauer in persona e farmi autografare il DVD dell'ultima sua serie. Ma quella è un'altra storia.
Yesterday evening, at the
Convention Center of Ginowan, has been held the long awaited meeting with Oliver
Stone (‘Oribee Sutoon’, following the Japanese pronunciation), at
the end of his trip through some symbolic places of Japan: Hiroshima and
Nagasaki – at the time of the commemorations of the atomic bombs’ victims -, Okinawa
and Tokyo. It has been a more unique than rare moment, also because I won TWO
tickets after participating to a on-line raffle of the magazine Japan
Update (http://www.japanupdate.com/, THANKS!). The last time that I stood in a line for a whole hour to see Somebody had been years ago, in New York City, when I made my soul sweat to shake Jack Bauer's hand and get his autograph on his last DVD. But this is another story.
Il dibattito è durato
circa due ore e il Centro di Convenzioni era stracolmo: tutti i biglietti erano
stati venduti. L’evento è stato organizzato dal Ryukyu Shimpo (http://english.ryukyushimpo.jp/),
uno dei due maggiori quotidiani di Okinawa (filocomunista), in occasione del
suo 120° compleanno. Oltre al famoso regista americano e al giornalista che gli
ha posto alcune domande hanno partecipato Peter
Kuznick (docente di Storia all’Università Americana di Washington D.C. che
ogni anno porta alcuni studenti americani a Hiroshima e Nagasaki), Satoko Norimatsu (coordinatrice dell’incontro,
instancabile interprete, direttrice del Peace
Philosophy Center di Vancouver e autrice di Resistant Islands, un illuminante libro sulla storia di Okinawa) e Masahide Ota (ex governatore di Okinawa
dal 1990 al 1998, oggi direttore del Peach
Research Institute intitolato a se stesso).
The lecture lasted nearly
two hours and the Convention Center was packed: all tickets had been sold. The
event has been organized by the Ryukyu Shimpo (http://english.ryukyushimpo.jp/),
one of the two major newspapers of Okinawa (Communism-inspired), to celebrate
its 120th birthday. Besides the famous American director and the
journalist who asked him some questions, participated: Peter Kuznick (teacher of History at the American University of Washington
D.C.; every year he brings some American students to visit Hiroshima and
Nagasaki), Satoko Norimatsu (coordinator
of the meeting, tireless interpreter, director of the Peace Philosophy Center in Vancouver and author of Resistant Islands, an enlightening book on
Okinawa’s history) and Masahide Ota
(former governor of Okinawa from 1990 to 1998, today director of the Peach
Research Institute entitled to himself).
La conferenza si è
aperta con alcune scene tratte dai film più noti di Stone, seguite da un breve
video sul suo viaggio giapponese: dal museo di Hiroshima al presidio che si
oppone alle basi americane a Okinawa (il 70% dei soldati americani di stanza in
Giappone sono a Okinawa) di fronte a quella di Futenma, quindi alla Baia di
Henoko (nei pressi di Nago, dove una base americana sta distruggendo il
prezioso ecosistema e progetta di ampliare l’area occupata, forse per costruire
un porto per sottomarini nucleari). Durante il suo viaggio a Okinawa, Stone è
riuscito a incontrare solo il sindaco di Nago, città di secondaria importanza,
ma il cui primo cittadino è un fermo oppositore della politica del primo
ministro Abe e delle basi americane. Non ha incontrato né il governatore di
Okinawa né il sindaco di Naha, entrambi filo-Abe e non nemici delle basi. Il
viaggio giapponese servirà al regista anche per un nuovo episodio della serie
di film-documentari ‘The Untold History of the United States’ (http://en.wikipedia.org/wiki/Oliver_Stone's_Untold_History_of_the_United_States),
iniziata nel 2012.
The conference started with
some scenes from Stone’s most famous movies, followed by a short video about
his Japanese trip: from Hiroshima’s museum to the group of people that everyday
protest against the American bases in Okinawa (70% of American soldiers in
Japan are stationed in Okinawa) in front of Futenma’s one, then to Henoko Bay
(near Nago, where an American base is destroying the precious environment and
is planning to enlarge the occupied area, probably to build a port for nuclear
submarines). During his trip in Okinawa, Stone could meet only the mayor of
Nago, a city of secondary importance, but whose first citizen is a strong
opponent to prime minister Abe’s politics and to American bases. He didn’t meet
Okinawa’s governor neither Naha’s mayor, both Abe’s followers and not enemies
of the bases. The Japanese trip will be used by Stone also for a new chapter of
his TV film-documentary ‘The Untold History of the United States’ (http://en.wikipedia.org/wiki/Oliver_Stone's_Untold_History_of_the_United_States),
that started in 2012.
Nell’esporre le proprie
tesi, Stone è partito da lontano, da quando servì come soldato in Vietnam,
tornandone profondamente cambiato. “Quello che sono oggi è una persona
completamente diversa da quella che ero quando andai a combattere. Per questo
motivo, nonostante i molti orrori che ci circondano, ho fiducia e speranza nel
miglioramento e nella crescita della persone”. “Vedendo quello che i miei figli
studiano a scuola sono inorridito: la storia viene raccontata come fa comodo al
governo americano, e non seguendo l’oggettività dei fatti. Non viene dato
spazio a seconde interpretazioni, al dietro-le-quinte. Ma questo accade anche
nelle scuole giapponesi, in cui non si fa la minima autocritica al periodo
guerrafondaio che portò alla Seconda guerra mondiale”.
During the exposition of his
thesis, Stone started from far, from the period when he served as soldier in
Vietnam, and from where he came back deeply changed: “What I am today is a
person completely different from what I was when I went to war. For this
reason, despite the many horrors that surround us, I trust and hope in the
improving and in the growth of people”. “Looking at what my children study at
school I am shocked: history is taught as it is convenient for the American
government, not following the truth of what really happened. There’s no space
left for second interpretations, for the ‘behind-the-scenes’. This, however,
happens also in Japanese schools, where no self-criticism is made on the
warmonger period that led to WWII”.
“Sono profondamente
deluso da Obama. L’ho votato, ma dopo un paio di anni in cui non ha fatto altro
che parlare di cambiamento, nulla è cambiato. Non ha lasciato l’Afghanistan.
Non so che cosa gli sia successo, ma ha tradito gli ideali di chi lo aveva votato.
L’unico presidente americano decente è stato John Fitzgerald Kennedy, il solo
che abbia provato a portare un po’ di pace in questo mondo. Tanto che è stato
ammazzato. Dopo di lui solo presidenti che hanno riportato l’America al periodo
della Seconda guerra mondiale”.
I am deeply disappointed by
Obama. I voted for him, but after two years spent speaking of ‘change’ nothing
has changed. He did not leave Afghanistan. I don’t know what happened to him,
but he betrayed the ideals of the people who voted for him. The only decent
American president has been John Fitzgerald Kennedy, the only one who tried to
bring some peace to this world. So much that he had been killed. After him we
had only presidents that brought America back to the WWII period”.
“Non credo in alcun governo, tutti mentono. Lo stesso
avviene qui in Giappone. I primi ministri che si sono succeduti dopo la Seconda
guerra mondiale sono stati e sono solo dei burocrati nelle mani degli interessi
americani, ma nessuno qui osa dirlo. Le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki
furono strumenti politici. I giapponesi, stremati dalla guerra, volevano arrendersi
già da molto tempo, ma l’America volle dimostrare alla Cina e ai sovietici che
aveva i muscoli, per cui le fece esplodere. E nulla è cambiato: ora si fa forza
sull’idea che la Cina scalpiti per invadere il Giappone, così da giustificare l’incremento
delle truppe americane in Giappone, in Corea, in Indonesia e nelle Filippine.
Okinawa è al centro di questa regione ‘strategica’, dunque ancora per un bel
pezzo si troverà nelle mani dei ricchi americani e giapponesi che fanno business con la politica. Anziché
cercare la pace, i governi – americano e giapponese - fomentano lo scontro con
la Cina, costruiscono a tavolino le prossime guerre”.
I do not believe in any
government, they all are liars. The same is happening here in Japan. The prime
ministers that followed WWII have been and are mere bureaucrats in the hands of
American interests, but nobody here dares to say it. The atomic bombs on
Hiroshima and Nagasaki have been political instruments. Japanese people,
exhausted by war, wanted to surrender already since a long time, but America
wanted to show China and Soviet Union that had the muscles, then made them blow
up. Since then, nothing has changed: now they are pushing the idea that China
can’t wait to invade Japan, in order to justify the boost of American troops in
Japan, in Korea, in Indonesia and in the Philippines. Okinawa is in the center
of this ‘strategic’ region, then it will be for a longe time in the hands of
the rich Americans and Japanese that make business with politics. Instead of
looking for peace, governments – American and Japanese – fuels the clash with
China, building the next wars”.
Parole forti e
applauditissime, che molti qui a Okinawa sentono proprie ma che troppo spesso
temono di pronunciare.
Arigato
per aver risvegliato un po’ di animi, Oribee
Sutoon!
Strong and deeply
appreciated words, that many here in Okinawa feel as theirs, but that too often
fear to say.
Arigato for
awaking some souls, Oribee Sutoon!
Per un approfondimento sulle basi americane a Okinawa:
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