giovedì 15 agosto 2013

UNA SERATA CON OLIVER STONE – AN EVENING WITH OLIVER STONE




Ieri sera, al Centro di Convenzioni di Ginowan, si è tenuto il tanto atteso incontro con Oliver Stone (‘Oribee Sutoon’, secondo la pronuncia giapponese), al termine del suo viaggio attraverso alcuni luoghi simbolici del Giappone: Hiroshima e Nagasaki – in occasione delle commemorazioni delle vittime delle bombe atomiche -, Okinawa e Tokyo. È stato un momento più unico che raro, anche perché ho vinto ben due biglietti d’ingresso dopo aver partecipato a una lotteria on-line indetta dal giornale Japan Update (http://www.japanupdate.com/, GRAZIE!). L'ultima volta che avevo fatto un'ora di fila per vedere Qualcuno era stata anni fa, a New York, dove avevo sudato l'anima per stringere la mano a Jack Bauer in persona e farmi autografare il DVD dell'ultima sua serie. Ma quella è un'altra storia.





Yesterday evening, at the Convention Center of Ginowan, has been held the long awaited meeting with Oliver Stone (‘Oribee Sutoon’, following the Japanese pronunciation), at the end of his trip through some symbolic places of Japan: Hiroshima and Nagasaki – at the time of the commemorations of the atomic bombs’ victims -, Okinawa and Tokyo. It has been a more unique than rare moment, also because I won TWO tickets after participating to a on-line raffle of the magazine Japan Update (http://www.japanupdate.com/, THANKS!). The last time that I stood in a line for a whole hour to see Somebody had been years ago, in New York City, when I made my soul sweat to shake Jack Bauer's hand and get his autograph on his last DVD. But this is another story.

 



Il dibattito è durato circa due ore e il Centro di Convenzioni era stracolmo: tutti i biglietti erano stati venduti. L’evento è stato organizzato dal Ryukyu Shimpo (http://english.ryukyushimpo.jp/), uno dei due maggiori quotidiani di Okinawa (filocomunista), in occasione del suo 120° compleanno. Oltre al famoso regista americano e al giornalista che gli ha posto alcune domande hanno partecipato Peter Kuznick (docente di Storia all’Università Americana di Washington D.C. che ogni anno porta alcuni studenti americani a Hiroshima e Nagasaki), Satoko Norimatsu (coordinatrice dell’incontro, instancabile interprete, direttrice del Peace Philosophy Center di Vancouver e autrice di Resistant Islands, un illuminante libro sulla storia di Okinawa) e Masahide Ota (ex governatore di Okinawa dal 1990 al 1998, oggi direttore del Peach Research Institute intitolato a se stesso).
  



The lecture lasted nearly two hours and the Convention Center was packed: all tickets had been sold. The event has been organized by the Ryukyu Shimpo (http://english.ryukyushimpo.jp/), one of the two major newspapers of Okinawa (Communism-inspired), to celebrate its 120th birthday. Besides the famous American director and the journalist who asked him some questions, participated: Peter Kuznick (teacher of History at the American University of Washington D.C.; every year he brings some American students to visit Hiroshima and Nagasaki), Satoko Norimatsu (coordinator of the meeting, tireless interpreter, director of the Peace Philosophy Center in Vancouver and author of Resistant Islands, an enlightening book on Okinawa’s history) and Masahide Ota (former governor of Okinawa from 1990 to 1998, today director of the Peach Research Institute entitled to himself).


La conferenza si è aperta con alcune scene tratte dai film più noti di Stone, seguite da un breve video sul suo viaggio giapponese: dal museo di Hiroshima al presidio che si oppone alle basi americane a Okinawa (il 70% dei soldati americani di stanza in Giappone sono a Okinawa) di fronte a quella di Futenma, quindi alla Baia di Henoko (nei pressi di Nago, dove una base americana sta distruggendo il prezioso ecosistema e progetta di ampliare l’area occupata, forse per costruire un porto per sottomarini nucleari). Durante il suo viaggio a Okinawa, Stone è riuscito a incontrare solo il sindaco di Nago, città di secondaria importanza, ma il cui primo cittadino è un fermo oppositore della politica del primo ministro Abe e delle basi americane. Non ha incontrato né il governatore di Okinawa né il sindaco di Naha, entrambi filo-Abe e non nemici delle basi. Il viaggio giapponese servirà al regista anche per un nuovo episodio della serie di film-documentari ‘The Untold History of the United States’ (http://en.wikipedia.org/wiki/Oliver_Stone's_Untold_History_of_the_United_States), iniziata nel 2012.


The conference started with some scenes from Stone’s most famous movies, followed by a short video about his Japanese trip: from Hiroshima’s museum to the group of people that everyday protest against the American bases in Okinawa (70% of American soldiers in Japan are stationed in Okinawa) in front of Futenma’s one, then to Henoko Bay (near Nago, where an American base is destroying the precious environment and is planning to enlarge the occupied area, probably to build a port for nuclear submarines). During his trip in Okinawa, Stone could meet only the mayor of Nago, a city of secondary importance, but whose first citizen is a strong opponent to prime minister Abe’s politics and to American bases. He didn’t meet Okinawa’s governor neither Naha’s mayor, both Abe’s followers and not enemies of the bases. The Japanese trip will be used by Stone also for a new chapter of his TV film-documentary ‘The Untold History of the United States’ (http://en.wikipedia.org/wiki/Oliver_Stone's_Untold_History_of_the_United_States), that started in 2012.


Nell’esporre le proprie tesi, Stone è partito da lontano, da quando servì come soldato in Vietnam, tornandone profondamente cambiato. “Quello che sono oggi è una persona completamente diversa da quella che ero quando andai a combattere. Per questo motivo, nonostante i molti orrori che ci circondano, ho fiducia e speranza nel miglioramento e nella crescita della persone”. “Vedendo quello che i miei figli studiano a scuola sono inorridito: la storia viene raccontata come fa comodo al governo americano, e non seguendo l’oggettività dei fatti. Non viene dato spazio a seconde interpretazioni, al dietro-le-quinte. Ma questo accade anche nelle scuole giapponesi, in cui non si fa la minima autocritica al periodo guerrafondaio che portò alla Seconda guerra mondiale”.
  
During the exposition of his thesis, Stone started from far, from the period when he served as soldier in Vietnam, and from where he came back deeply changed: “What I am today is a person completely different from what I was when I went to war. For this reason, despite the many horrors that surround us, I trust and hope in the improving and in the growth of people”. “Looking at what my children study at school I am shocked: history is taught as it is convenient for the American government, not following the truth of what really happened. There’s no space left for second interpretations, for the ‘behind-the-scenes’. This, however, happens also in Japanese schools, where no self-criticism is made on the warmonger period that led to WWII”.
  

“Sono profondamente deluso da Obama. L’ho votato, ma dopo un paio di anni in cui non ha fatto altro che parlare di cambiamento, nulla è cambiato. Non ha lasciato l’Afghanistan. Non so che cosa gli sia successo, ma ha tradito gli ideali di chi lo aveva votato. L’unico presidente americano decente è stato John Fitzgerald Kennedy, il solo che abbia provato a portare un po’ di pace in questo mondo. Tanto che è stato ammazzato. Dopo di lui solo presidenti che hanno riportato l’America al periodo della Seconda guerra mondiale”.

I am deeply disappointed by Obama. I voted for him, but after two years spent speaking of ‘change’ nothing has changed. He did not leave Afghanistan. I don’t know what happened to him, but he betrayed the ideals of the people who voted for him. The only decent American president has been John Fitzgerald Kennedy, the only one who tried to bring some peace to this world. So much that he had been killed. After him we had only presidents that brought America back to the WWII period”.
  
“Non credo in alcun governo, tutti mentono. Lo stesso avviene qui in Giappone. I primi ministri che si sono succeduti dopo la Seconda guerra mondiale sono stati e sono solo dei burocrati nelle mani degli interessi americani, ma nessuno qui osa dirlo. Le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki furono strumenti politici. I giapponesi, stremati dalla guerra, volevano arrendersi già da molto tempo, ma l’America volle dimostrare alla Cina e ai sovietici che aveva i muscoli, per cui le fece esplodere. E nulla è cambiato: ora si fa forza sull’idea che la Cina scalpiti per invadere il Giappone, così da giustificare l’incremento delle truppe americane in Giappone, in Corea, in Indonesia e nelle Filippine. Okinawa è al centro di questa regione ‘strategica’, dunque ancora per un bel pezzo si troverà nelle mani dei ricchi americani e giapponesi che fanno business con la politica. Anziché cercare la pace, i governi – americano e giapponese - fomentano lo scontro con la Cina, costruiscono a tavolino le prossime guerre”.
  
I do not believe in any government, they all are liars. The same is happening here in Japan. The prime ministers that followed WWII have been and are mere bureaucrats in the hands of American interests, but nobody here dares to say it. The atomic bombs on Hiroshima and Nagasaki have been political instruments. Japanese people, exhausted by war, wanted to surrender already since a long time, but America wanted to show China and Soviet Union that had the muscles, then made them blow up. Since then, nothing has changed: now they are pushing the idea that China can’t wait to invade Japan, in order to justify the boost of American troops in Japan, in Korea, in Indonesia and in the Philippines. Okinawa is in the center of this ‘strategic’ region, then it will be for a longe time in the hands of the rich Americans and Japanese that make business with politics. Instead of looking for peace, governments – American and Japanese – fuels the clash with China, building the next wars”.
  

Parole forti e applauditissime, che molti qui a Okinawa sentono proprie ma che troppo spesso temono di pronunciare.
Arigato per aver risvegliato un po’ di animi, Oribee Sutoon!
  
Strong and deeply appreciated words, that many here in Okinawa feel as theirs, but that too often fear to say.
Arigato for awaking some souls, Oribee Sutoon!


Per un approfondimento sulle basi americane a Okinawa:

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