Oggi ho fatto la ruota
da pavone al microfono di Redio Lequio, un’emittente di Naha al secondo piano
della Coop di Shintoshin dove, ogni tanto, vado a comprare tagliatelle De Cecco
care come l’oro. Sono stato coinvolto nell’avventura da Carolina, un’amica
nippo-argentina, e dalla sua capa, la simpatica Satsuki, in qualità di italiano
importato (una specie di Girolamo Panzetta d’Okinawa).
Una volta al mese le due
fanciulle conducono una trasmissione piuttosto vispa chiamata Champurreando che prende nome dal
concetto quasi filosofico di champuru
(maescolone, mix), una delle targhe di Okinawa, con una spruzzata di spagnolità
(il –reando).
Ha aperto le danze Acqua Azzurra, Acqua Chiara del Sommo,
che è stato un gran bell’aprire. Poi, per un’oretta, si è parlato di tutto un po’:
dalle tagliatelle al ragù (il piatto preferito dalle oba-chan - le vecchiette – bulagnesi) agli spaghetti, dalle Due
Torri non gemelle all’università felsinea, dai portici parcheggia-cavalli al
rosso non necessariamente comunista bolognese.
Ho spiegato come si fa
il ragù, e i presenti si sono autoinvitati a casa mia per una scofanata al più
presto. Mi è stato chiesto se fosse Bologna la città famosa per la ‘corsa dei
cavalli’, ho risposto che era Siena, sorvolando sul fatto che l’Ippodromo di
Bologna è imploso (o giù di lì). Poi è intervenuta la Donna Cannone, dell’altro Sommo, e anche quello è stato un gran
bell’intervenire.
La domandona finale è
stata (ovvia): “Come diavolo ci è finito a Okinawa uno di Bologna’”. Ho
raccontato, a somme linee, la mia piccola odissea post-tsunami che trovate in Mario Testosterone (http://unitalianoaokinawa.blogspot.jp/2013/07/mario-testosterone.html), edulcorata dalla personalità cappellare
di Mario. Poi, come nella migliore delle tradizioni, tutto si è concluso con un
grazie/arigato goazaimasu. In teoria
avrei dovuto ottenere un link dove ascoltare l’intervista on-line, ma se ho
capito bene c’è stata qualche rogna tecnologica, per cui sono tornato a casa
senza link nella borsa (forse me lo spediranno, forse lo scriverò poscia qui di
seguito).
eccolo! http://www.stickam.jp/video/182085496
eccolo! http://www.stickam.jp/video/182085496
A questo punto direi
che ogni mia parentesi di italianità, qui a Okinawa, è rimandata al 12 agosto,
quando assieme all’altro Pietro (quello del ristorante Volare, http://unitalianoaokinawa.blogspot.jp/2013/07/volare-tavola.html), a Luigi Osso
Buco e agli altri sette italiani (numero totale, me compreso: 10) residenti a
Okinawa ci troveremo a Edo Beach per un barbecue mogli-privo. Ognuno porterà
quello che vuole, io porterò mandolino, cappello d’alpino e, importantissima,
la bandiera italiana (verissima), con tanto di stemma della Marina Italiana,
grande come un miniappartamento, che ho trovato nel negozio dell’usato (100
yen) sotto casa. Quando l’ho scovata, coperta da un ammasso di macerie
pulciose, ho fatto un salto, e la proprietaria del negozio mi ha chiesto da
dove diavolo venisse.
Nessun commento:
Posta un commento