sabato 20 luglio 2013

UN SABATO DIVERSO A YOGI PARK – A DIFFERENT SATURDAY AT YOGI PARK



A due passi da casa, nel quartiere di Yorimiya, a Naha, c’è un piacevole giardino pubblico chiamato Yogi Park. Vi vegetano, oltre a un buon numero di alberi e piante tropicali spettacolari, legioni di vecchietti e di gatti. I primi passano giornate di venticinque ore a giocare a Go, gioco da tavolo con pedine bianche e nere popolarissimo in Corea. Per saperci giocare bene bisogna avere almeno una laurea in matematica e una in ingegneria, dunque i vecchietti che vi dedicano l’esistenza, fra una sigaretta e una lattina di birra Orion, non sono esattamente dei sottosvilupati mentali. Non li vedo ai tavoli da gioco, sotto gli alberi, solo di notte, quando dormo il sonno dei giusti, oppure quando c’è il tifone, in agosto. Spesso sono coadiuvati da qualche amico barbone e/o alcolizzato. Yogi Park, infatti, è un perfetto ostello, gratuito e a cielo aperto, per chi non ha yen da buttare in affitti e ama le ciucche di sakè.
  

Very near to my home, in Yorimiya’s neighborhood, in Naha, there’s a pleasant public garden named Yogi Park. It’s a natural environment, not only for a good number of wonderful tropical trees and plants, but also for a legion of aged guys and cats. The first ones spend 25 hours per day playing Go, a table game with white and black pieces very popular in Korea. To play well you need at least a degree in Mathematics and one in Engineering, so the oldies that dedicate their lives to the game, between a cigarette and a Orion beer, must not be brainless… I don’t see them at the game tables, under the trees, only at night, when I enjoy my deserved good sleep, or when the typhoon comes, in August. Often they are accompanied by some alcoholic/homeless friend. Yogi Park, in fact, is a perfect hostel, free and outdoor, for who has no Yens to throw away in rents and loves sake booze.

 

Il giardino, inoltre, è un habitat ideale per i gatti randagi, che sfamo a suon di croccantini ogni volta che mi ricordo di portarmeli appresso. I mici abbondano, ma come compaiono, dopo un po’ scompaiono. Non mi vorrei lasciar andare a ipotesi azzardate (trasformati in pappa per umani?): mi piace pensare che ogni tanto qualche amante dei gatti ne venga a prelevare uno per portarselo a casa. Uno di questi giorni, appena troverò il tempo, investigherò adeguatamente in materia. Completano il quadro di Yogi Park: il mitico supermercato Kanehide, destinatario di tutti i miei risparmi e bombola d’ossigeno in estate (di sera, quando a casa si schiatta dal caldo, vi andiamo a risorgere grazie all’aria condizionata); giovani che a partire da luglio, di sera, quando fa meno caldo, si esercitano con i tamburi taiko per l’Eisa (http://unitalianoaokinawa.blogspot.jp/2013/02/eisa-matsuri.html); il forno ambulante n°11 che vende patate dolci viola imo (http://unitalianoaokinawa.blogspot.jp/2013/03/e-viola-ma-non-e-un-tulipano.html), sempre avvolto da un profumo inebriante; le due librerie pubbliche che uso come ufficio - sto scrivendo da una di queste -, fantastiche e silenziose (mi prendono ancora i crampi allo stomaco se penso a quella che uso quando sono in Italia, a Bazzano, dove le scimmie che la frequentano urlano al telefono e parlano dei cazzi loro come se fossero al bar).

 

The garden, moreover, is a natural habitat for street cats, that I feed with cat food every time I remember to bring it with me. The kitties are many, but as they appear, after sometime disappear. I won’t let myself go to hazardous hypothesis (transformed into food for humans?): I like to think that sometimes a cat lover comes and bring home one of them. One of these days, when I’ll find the time, I’ll investigate deeply on this issue. Complete Yogi Park’s picture: the mythical supermarket Kanehide, receiver of all my savings and oxygen tank in summertime (in the evening, when home is a sauna, we go there to resurrect thank to the air conditioned); youngsters that, starting from July, in the evening, when it’s less warm, train playing taiko drums for Eisa (http://unitalianoaokinawa.blogspot.jp/2013/02/eisa-matsuri.html); the itinerant oven # 11 that sells purple sweet potatoes imo (http://unitalianoaokinawa.blogspot.jp/2013/03/e-viola-ma-non-e-un-tulipano.html), always wrapped by a delicious fragrance; the two public libraries that I use as office – I’m writing from one of them -, fantastic and quiet (I get stomach cramps if I think of the one that I use when I am in Italy, in Bazzano, where the monkeys that frequent it yell at the phone and talk of their damned business as if they were in a bar).

 

Ogni sabato mattina, nel periodo estivo, una specie di Coop di chiese importate (roba gringa, perlopiù) organizza un micro-evento a Yogi Park. Allestito un tendone nel cuore del giardino, in tarda mattinata viene fatta una distribuzione di generi alimentari di base alle persone povere del quartiere (sì: in Giappone ci sono anche i poveri). Il personale che si occupa di distribuire scatole e bottiglie è americano e legato a qualche chiesa. Crocifissi a parte, questi ragazzi si sono rivelati piuttosto utili, non solo per i regalucci del sabato, ma anche perché grazie a donazioni private sono riusciti a mettere in piedi un rifugio notturno (dormitorio) a Yorimiya per i senzatetto. Il sabato, in pratica, è l’unico momento in cui vedo altri gaijin da queste parti. La loro distribuzione di alimenti è veloce e allietata da un concertino a base di sanshin (http://unitalianoaokinawa.blogspot.jp/2013/04/sanshin-okinawa-in-musica.html) e di cantanti stonatissimi. Tutto molto semplice e piacevole. Per questo amo Yogi Park.





Every Saturday morning, during the summer period, a kind of Coop of imported churches (gringo stuff, mostly) organizes a micro-event at Yogi Park. Set up a big tent in the center of the garden, during the late morning starts a free distribution of basic food to the poor people of the neighborhood (yes: in Japan there are also poor people). The staff that gives boxes and bottles is American and linked to some church. Forgetting for a moment the Cross, these guys are anyway important, not only for the little food gifts of the Saturdays, but also because they could open – thank to private donations – a public shelter (dormitory) in Yorimiya for homeless people. Saturday is almost the only moment when I see other gaijin around here. Their free food distribution is quick and cheered up by a small concert of sanshin (http://unitalianoaokinawa.blogspot.jp/2013/04/sanshin-okinawa-in-musica.html) and very off-key singers. All very simple and pleasant. That’s why I love Yogi Park.

 


Nessun commento:

Posta un commento